Rocambolesco recupero di Noemi, la bambina cesenate rapita in Polonia quasi tre anni fa: “Collusione della polizia polacca”

Se la sua vita non avesse subito questo violento ed improvviso cambio di traiettoria, oggi Noemi starebbe festeggiando coi suoi compagni di scuola la fine della quarta elementare

Noemi Zanella, la bambina di quasi 10 anni nata a Cesena e rapita nella stessa città il 21 settembre 2021 dalla madre polacca, è stata recuperata ieri, mercoledì, in una città sud orientale della Polonia, Rzeszow, in un’area rurale più nazionalista e lontana ai grandi centri più europeisti, dove evidentemente contava su una rete di protezione. In questi due anni e mezzo ha perso quasi completamente l’uso dell’italiano, non ha più visto un’aula scolastica e viveva lontano anche dal ceppo parentale polacco, “spesso lasciata in casa da sola o con sconosciuti”, spiega il padre Filippo Zanella, fisioterapista cesenate che negli ultimi mesi si era trasferito in Polonia per recuperare la figlia. 

Se la sua vita non avesse subito questo violento ed improvviso cambio di traiettoria, oggi Noemi starebbe festeggiando coi suoi compagni di scuola la fine della quarta elementare nella sua scuola a Cesena. Invece è stata strappata dalle sue amicizie, dall’ambiente in cui è nata e dal padre. Non ha avuto contatti con altri bambini e le sue uniche frequentazioni erano con un gruppo religioso. “Sono stato molto fortunato, ho potuto spostarmi in Polonia per mesi. Ma non tutti riescono”, spiega il padre. Ma la grande fortuna è stata una lettera anonima: uno sconosciuto, vedendo quella bambina sradicata e “alienata”, come l’ha definita il padre, ha mandato via lettera l’esatta localizzazione della piccola Noemi. “Un misterioso angelo custode”, lo definisce Filippo Zanella.

A quel punto il padre e un investigatore privato hanno fatto osservazioni per circa un mese prima di chiedere l’intervento dell’autorità, durante il quale è apparsa chiara una sospetta collusione della polizia polacca con la madre fuggitiva. “Abbiamo comunicato solo all’ultimo momento l’indirizzo al giudice, che ringrazio perché mi ha trattato fin dall’inizio come un cittadino europeo. Il giudice ha dato l’ordine immediato di recuperare la bambina e, a quel punto, dopo pochi minuti, abbiamo assistito alla scena della madre che con le valigie scappava, evidentemente avvisata”, spiega.

Per questo il prelievo alla fine è avvenuto in strada. Non senza momento di tensione, con la gente che si accalcava intorno. E con la polizia della Polonia “costretta a eseguire il suo lavoro solo perché era presente, in qualità solo di osservatore, personale dell’Ambasciata italiana”, critica. “Credo che ci dovrà essere un’indagine sulla Polizia, i documenti ufficiali che arrivavano dall’Italia venivano sistematicamente insabbiati, la bambina andava ad esempio da un medico per l’assistenza e non era stata neanche inserita nel sistema di ‘child alert’, per cui nessuno l’avrebbe mai trovata”, spiega sempre il padre. Senza la podestà genitoriale della madre, che è stata revocata dalla giustizia italiana, e pur con ordini perentori della magistratura polacca, che recepivano e davano ragione alla posizione del padre, pur con la pressione diplomatica, nessuno dava esecuzione al recupero della bambina.

Fondamentali, invece, sono stati gli appelli nei media polacchi, la disseminazione della ricerca della bambina nei social network locali. Questo, infatti, ha portato in evidenza il caso e, chi ha riconosciuto la piccola alla fine, pur nella segretezza dell’anonimato l’ha fatto sapere al padre. E per fortuna ha scritto direttamente a Filippo, “perché c’erano spie della madre dentro la polizia”, che in questo modo avrebbe avuto ancora una volta la possibilità di disattendere i provvedimenti della stessa magistratura polacca. “E’ stata ritrovata, seguendo le vie ufficiale, non alla Rambo o fuori dalla legalità”, precisa Zanella. Che però ora teme e chiede protezione: “Ho già ricevuto minacce dalla famiglia della mia ex moglie, sia a me stesso, sia di nuovi rapimenti di mia figlia. Ma staremo all’erta”.

ra Noemi “è totalmente alienata, stiamo recuperando assieme la lingua italiana. La voglio reinserire nel contesto di altri bambini appena possibile, fin dal centro estivo”, dice. Poi l’attacco alla politica: “Dalla politica italiana e polacca abbiamo ricevuto solo chiacchiere”. Si era impegnata in tal senso anche una viceministra polacca di orientamento filoeuropeista, ma per Zanella non sarebbe andata oltre le dichiarazioni di facciata. “Noemi non era stata inserita neanche nel registro delle persone scomparse, è una cosa gravissima”, commenta. La madre è stata inoltre identificata dalla Polizia per la notifica dei procedimenti penali in corso su di lei in Italia.

A salutare la buona notizia anche il sindaco di Cesena Enzo Lattuca: “E’ un momento di grande felicità per la città di Cesena, non vediamo l’ora di accogliere Noemi, siamo a disposizione per tutte le questioni pratiche e il re-inserimento. La famiglia Zanella troverà massimo supporto dalle istituzioni”.